È una città che abbaglia per fascino e carisma (se non fosse alle volte sommersa dalla pioggia e sbatacchiata dal vento).
Quattro giorni di permanenza e 3 di ottenebranti pioggerelle. Un giorno di sol leone tanto che ci siamo sentiti un po’ norvegesi anche noi ad andare in giro in maglietta (dopo giorni in cui loro giravano quasi in maglietta e noi imbacuccati a più non posso).
La nostra stanzetta è una bella camera al piano terra di una casetta in legno di due piani abitata dalla simpatica famiglia di un archeologo della locale università è situata nella penisola che divide il porto della città in due porzioni assegnate al commercio o ai trasporti. Gran parte della lunga penisoletta è una zona pedonale è quindi molto piacevole muoversi senza pensieri girando, guardando, ascoltando. Oltre alla stanza abbiamo avuto accesso ad una cucina e ad una sala da pranzo (ampiamente sfruttate) direttamente fuori dalla nostra camera.
Dalla casa al porto e alla piazza centrale sono due passi veloci da fare beatamente.
Il porto e il centro sono affollati di turisti, ma anche di tanti Bergenesi che cercano di godersi ogni scampolo di non pioggia o di pioggia tanto leggera da farti domandare: ma piove? Poi gli occhiali bagnati ti dicono che si: piove.
Sulla piazza principale del porto e della città è insediato il mercato del pesce , in cui, per somme decisamente modeste alla qualità del pesce esposto, si può, come il signor Burns (memorabile puntata al ristorante-mattatoio), scegliere il pesce e farselo preparare.
Quasi ogni banco ha un ragazzo o ragazza italiano (e anche spagnolo, giapponese, russo?) che fa qui la stagione turistica proprio per comunicare con noi di passaggio.
Continuando la banchina del porto si finisce al Bryggen (antica zona commerciale di case e magazzini in legno addossati l’un l’altro e letteralmente sorreggentesi reciprocamente -guardate le foto per credere!). Questo piccolo quartiere ha un fascino che ti trasporta al commercio oceanico dei tempi dell’Hansa (1300-1600) ed è pervaso dall’odore resinoso e intenso dei legni nuovi e quello pacato e profondo delle tavole messe in posizione da secoli.
Il Museo del Bryggen è il più ricco al mondo di iscrizioni runiche trovate incise su centinaia di oggetti rinvenuti in recenti scavi sotto alcune di queste abitazioni andate distrutte in uno dei tantissimi incendi che hanno flagellato la città (era tutta di legno!!!).
La maggior parte di queste scritte riportano messaggi commerciali o preghiere, ma alcune, non molte, riportano lamenti o messaggi d’amore, invocazioni o esaltazioni della propria amata o del proprio amato (quella in foto riporta la scritta, in norvegese antico “Roma caput mundi” -mi sembrava appropriata- l’altra la famosissima incisione del profilo delle navi di una flotta vichinga).
Se ve lo state domandando la risposta è no: il nostro anello non riporta una di queste frasi, ma una molto simile rinvenuta in un paesetto vicino Goteborg dove passeremo.
Oltre alle incisioni runiche sono stati rinvenuti oggetti di ogni tipo appartenenti alla vita di tutti i giorni.
Poi a spasso per la città e la foto di Sara triste è perché la principale chiesa città è in restauro e chiusa…
Dopo qualche altro passo in città siamo saliti con una sorta di funicolare sul monte che sovrasta Bergen per godere dello spettacolo di tutto il fiordo e per vedere come la città si estendesse moltissimo nell’entroterra (è pur sempre la seconda città della Norvegia).
Ridiscesi al Bryggen per cena la foto della brocca, oltre alle pietanze, mostra come qui, anche se fuori fa freddo tu debba sempre avere acqua più che gelata (come esce dai rubinetti), così ci aggiungono ghiaccio (solo una delle molte volte che ce lo hanno fatto)…
Poi una ricostruzione di una antica chiesa in legno fuori città, il piatto fattoci preparare al mercato e un po’ di scene di vita; nell’ultima foto le due ragazze sono uscite, come molte altre, da una messa tenuta nella chiesa principale aperta della città tutte agghindate con un vestito tipico richiamante altri abiti tradizionali della comunità protestante (forse luterana) della città. Non l’abito più adatto per scendere la lunga scalinata sotto la pioggia.
Alle prossime: il nostro imbarco e il primo giorno di navigazione; le acque cristalline, il ghiacciaio e le aquile in caccia e tanto altro…
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